giovedì 17 giugno 2010

VIII E ULTIMA LEZIONE


Ragazzi non ho dimenticato di fare l'ultimo articolo su intranet, avevo solo intenzione di produrre qualcosa di diverso proponendovi delle interviste tecniche sull'argomento. Purtroppo però non sono riuscita a trovare un vero esperto del settore. Inizialmente ho puntato sul prof. Ferrandi, ma ecco la sua risposta:
"Gentile Ileana, non ho competenze specifiche sulle reti intranet, visto che di solito sono chiuse e vengono utilizzate all'interno delle aziende, quindi non hanno una specifica importanza a livello di comunicazioni giornalistiche pur essendo molto importanti per la comunicazione aziendale e soprattutto per i progetti collaborativi tra i vari team di lavoro dell'azienda.
Mi spiace quindi ma non riesco a esserle di aiuto."

Non mi sono data per vinta e ho cercato di fare un sondaggio tra amici/conoscenti, parenti, informatici e lavoratori di grandi e piccole aziende. Risultato? I primi due "gruppi campione" conoscevano il termine ma non le potenzialità e l'utilità, taluni ignoravano del tutto la parola tanto da esordire: "intranet? Vorresti dire internet?". Gli esperti di informatica e i lavoratori delle aziende hanno osservato che le potenzialità della "rete privata" sono riconosciute e ambite ma mai sfruttate fino in fondo. Motivo? (come ci ha giustamente evidenziao il nostro egregio docente) manca la cultura. Un esempio: sappiamo che la tecnologia intranet permette un diverso approccio alle informazioni;consente di creare, pubblicare e gestire i dati direttamente, dal produttore al consumatore. Così si ottimizzerebbe il lavoro, evitando altresì quelle fastidiose pile di moduli che quotidianamente intasano le scrivanie degli uffici. Ma questo non è percepito dagli italiani, che privilegiano il cartaceo,tattile e reale, mostrando persino sfiducia nelle capacità della tecnologia.
Chiedo allora come sia possibile cambiare un atteggiamento e una cultura tanto forti. La soluzione non è semplice: il produttore di informazione deve abituarsi a pubblicare e non a distribuire. L'utente deve imparare a definire solo le informazioni che occorrono, deve ricercarle e acquisirle in modo più attivo e solo in caso di necessità. Si deve passare dall'informazione "nel caso che serva" a un'informazione "solo se serve", "on demand".
Passo la parola a voi domandandovi se questo è realmente possibile.
Aspetto con ansia i vostri post.

Tschüss

Nessun commento:

Posta un commento