Il motto della lezione del 23 aprile è stato: ‘ il vero giornalista è chi consuma le scarpe e i polpastrelli’. Partendo da questa riflessione abbiamo analizzato le differenze tra il giornalismo tradizionale e quello digitale, ponendo particolare attenzione alla natura della notizia del web. Sono emersi 3 punti relativi al campo del giornalismo digitale:
v Ampia disponibilità d’informazioni sullo stesso argomento
v Poca originalità con relativo appiattimento delle notizie
v Velocità di divulgazione e di fruizione
Il giornale online ha dunque la possibilità di offrire all’utente differenti notizie su un argomento affine, con un’intensità e frequenza maggiori rispetto a quello stampato. Questo potrebbe portare ad un appiattimento della notizia a causa degli oltraggi al copyright con relativo abuso del “copia e incolla”, e della tendenza a far diventare un take delle agenzie di stampa la notizia vera e propria. Ovviamente spetterà all’intelligenza dell’utente, attraverso una collazione delle fonti, selezionare una notizia e verificarne l’attendibilità. L’ultimo punto è la velocità, indispensabile per il giornalista quanto necessaria per il pubblico del web. Il giornalista deve accelerare i ritmi di pubblicazione per riuscire a creare lo scoop e non essere anticipato dai colleghi concorrenti. Il lettore invece, a parer mio troppo abituato alla notizia televisiva, è pigro e non ha il tempo per concentrarsi nella lettura di una pagina. Dunque al giornalista spetterà il compito di sintetizzare al massimo la notizia per riuscire a pubblicarla nel più breve tempo possibile, e il dovere di conoscere a fondo l’argomento per meglio informare e incidere sull’utente.
Nella seconda parte della lezione abbiamo concretamente osservato questi punti nelle pagine online scoprendo la guerra all’anteprima delle notizia e la sempre più sfrontata violazione del copyright.
I compiti per casa? Parlare del restyling di La Repubblica.it focalizzandosi su questi 3 punti:
· Perché è cambiato
· Valore aggiunto rispetto a prima
· Differente filosofia rispetto al giornale cartaceo
BUON LAVORO, AU REVOIR
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