venerdì 4 giugno 2010

VII LEZIONE

Un po’ eccitati dall’imminente arrivo degli esami, un po’ stremati dai compiti accademici siamo arrivati alla penultima lezione del corso d’informatica. L’argomento del giorno non poteva essere dei più interessanti: comunicazione politica.
Un modello di comunicazione che ricerca il fertile e utile consenso. Le sue armi: chiarezza, marketing emozionale e pulizia d’immagine. Ogni comunicatore politico adotta questi canoni, con specifiche declinazioni, interpretando e “recitando” il tipo di messaggio che si propone di raggiungere. Esempio eminente è Obama: il grande comunicatore che cela nelle quinte una squadra eccezionale, con a capo l’ex general manager della Google. Ma un grande comunicatore americano fu Kennedy nel 62. De Gaulle fu rigoroso nell’esercito e militare nella comunicazione.
L’assioma è: per piacere bisogna dire qualcosa di diverso, comunicare in modo lineare ed efficace. Servirsi dell’ausilio di veri e propri comunicatori che sappiano organizzare e muovere i fili dello spettacolo, dunque: consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti tecnici, informatici, spie. Per vincere occorre demolire l’avversario, studiarlo, scrutarne i documenti, trovare gli slogan e i temi. Nella guerra della comunicazione politica non si rispettano le regole della comunicazione generale ma solo quelle della legge.
Nella comunicazione politica italiana emerge l’informazione del centro- destra. Scontato il paragone con il centro-sinistra. Il primo è vincente perché codificabile, identitario, riconoscibile ma non scontato, chiaro ed emotivo, positivo. Il centro-sinistra, poveretto, giace in un dolce letargo e preferisce ancora la linea della staticità: troppo auto-referenziale, troppo politico, cerebrale e persino barboso.
Nel nostro paese mancano quelle figure professionali, quella linfa vitale della comunicazione mondiale, ossia i
Portavoce: esperti e affidabili, organizzano e rappresentano il proprio leader. Essi sono il filtro della comunicazione. Sono i delegati alla rappresentazione.
Staff di comunicazione: ex giornalisti addetti ad uffici stampa, a mantenere i rapporti di comunicazione fra i reporter dei principali media.
Consiglieri, spin doctor: che con abilità manipolano la parola sotto una luce favorevole.
Riusciremo per una volta a non essere troppo diversi dagli altri Stati?
A voi la parola.

Tschüss

1 commento:

  1. Ad essere diversi dagli altri Stati ci riusciamo benissimo purtroppo...viviamo in un paese dove pare che per intervistare un politico si debba concordare in anticipo le domande e assumere un atteggiamento di riverenza invece che di inchiesta...

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